DALLA PANDEMIA ALL’ANOMALIA

DALLA PANDEMIA ALL’ANOMALIA

Governo e Regione Lombardia il 6 e il 7 aprile 2020 riconoscono le loro responsabilità rispetto al ritardo nell’istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, comuni della val Seriana.

Dal punto di vista formale le responsabilità sono di entrambe le istituzioni. Dal punto di vista politico la responsabilità è invece prima di tutto dell’amministrazione al governo di Regione Lombardia: la tutela della salute pubblica, infatti, pertiene alla Regione, in virtù del decentramento amministrativo. Inoltre, i partiti al governo della Regione sono quelli che hanno fatto dell’autonomia un tema centrale della loro comunicazione politica, fino ad ottenere un referendum nazionale. Ma ora, nel momento di massimo bisogno e di emergenza sanitaria, di fatto non viene attuata un’opportuna scelta autonoma dal governo centrale, come sarebbe stata quella di rendere Alzano Lombardo e Nembro zone rosse. Perché?

Regione Lombardia per tre decenni ha incentrato le proprie politiche sulla ospedalizzazione e non sul principio della territorialità in materia sanitaria, forse per agevolare gli stratosferici finanziamenti alla sanità «convenzionata» e i conseguenti profitti per gruppi economici amici.

Regione Lombardia è del resto responsabile unica del caso «ospedale di Alzano». La gestione dell’ospedale a fine febbraio è stata così lacunosa che ha fatto diventare quel luogo di cura un importante epicentro di contagio. E gli uffici regionali, attraverso le AST, non potevano non sapere.

La mancata dichiarazione di “zona rossa” per Nembro e il caso dell’ospedale di Alzano Lombardo appaiono la prova più evidente della cosiddetta «anomalia Lombarda»,  all’interno del dramma della pandemia in Italia. E oggi appaiono sempre più chiare le responsabilità di Regione Lombardia nella gestione delle RSA e dei medici di base.

Nel contesto colognese, la gestione dell’emergenza sanitaria da parte dell’Amministrazione comunale è parsa al limite della sufficienza: provvedimenti minimali, apparentemente svincolati da una seria programmazione di lunga durata. Alcuni gesti plateali hanno poi fatto sorgere il dubbio di operazioni a scopo principalmente propagandistico: così è stato per l’improvviso regalo delle mascherine, offerte da noto consigliere regionale molto amico della Giunta, impresa amplificata da gruppi Facebook sostenitori; o per il maldestro coinvolgimento dell’esercito, presentatosi con due camionette poi scomparse rapidamente.

La comunicazione istituzionale ha prediletto i canali social e si è spesso limitata a bollettini e numeri. Qualche stentata parola di solidarietà e simpatia umana è comparsa solo dopo le prime settimane, forse sollecitata da qualche consulente della comunicazione più attento al senso di solitudine e disperazione che stava diffondendosi tra i cittadini isolati in casa. ▪