PERCHÉ TUTTO NON RITORNI “COME PRIMA”

PERCHÉ TUTTO NON RITORNI “COME PRIMA”

La politica ha fallito. Ha fallito nel suo primo compito: proteggere i cittadini. Oggi è chiaro a tutti cosa doveva essere fatto, prima e all’inizio della pandemia: procurarsi strumenti di protezione e di diagnostica in quantità sufficienti, chiudere subito tutto quello che si poteva chiudere, proteggere ospedali, case di cura, prigioni, centri di accoglienza, isolare i focolai rintracciando tutte le persone esposte.

Perché non è stato fatto? Non si poteva prevedere? È falso. Da più di vent’anni la comunità scientifica avverte che l’emergenza pandemica è una realtà inevitabile, per diversi motivi: distruzione dei sistemi ecologici, crescita demografica, inadeguatezza dei sistemi sanitari.

Quindi perché? Perché la politica liberista non si occupa del benessere dei cittadini, ma della produttività e della competitività dei Paesi, e questa politica è stata propugnata e applicata sostanzialmente da tutti i partiti, negli ultimi trent’anni.

Quando finirà l’emergenza ci sarà l’inevitabile tentativo di “tornare alla normalità”. Ma, appunto, la normalità è il problema. Si negherà questa evidenza: si tenterà di presentare questa pandemia come un fenomeno straordinario e irripetibile, senza alcuna connessione con le modalità predatorie di produzione, con l’inquinamento, con i disastri naturali, con il riscaldamento globale, con lo sfruttamento avido della nostra casa comune, delle specie animali come pure dei fratelli della specie umana. Ma diventa sempre più evidente l’interconnessione sistemica del nostro destino di uomini e degli effetti dell’avidità di questo capitalismo, incapace di visione.

Occorre allora costruire un radicale cambiamento. Per quanto attiene le politiche nazionali, si tratterà di difendere la sanità pubblica, la scuola pubblica; di promuovere l’educazione ad una nuova consapevolezza e a conseguenti stili di vita; di dare sviluppo e sostegno alla cooperazione e all’associazionismo; di promuovere la transizione energetica, la mobilità elettrica, l’economia circolare, la protezione dell’ambiente in ottica ecologica/sociale.

Nelle politiche locali, si tratterà di articolare localmente queste scelte strategiche, ricordando il significato del termine “glocale” (pensare globalmente e agire localmente). ▪

LUGLIO 2020