I PROVVEDIMENTI DELL’AMMINISTRAZIONE COLOGNESI PER FERMARE LA DIFFUSIONE DEL COVID-19

I PROVVEDIMENTI DELL’AMMINISTRAZIONE COLOGNESI PER FERMARE LA DIFFUSIONE DEL COVID-19

Il Sindaco è responsabile della salute pubblica in tempi “normali”, come prevede l’art. 50 del testo unico degli enti locali. Con la diffusione della malattia CoViD-19 spetta allo Stato o alle Regioni prendere provvedimenti, vista la dimensione dell’emergenza, ma sempre in coordinamento con gli enti locali.

Riteniamo che l’attuale situazione drammatica che stiamo vivendo sia figlia dei danni provocati da scelte scellerate sul sistema sanitario, quali il taglio dei fondi alla sanità pubblica in favore di quella privata. Due dati su tutti: la Lombardia ha un ventilatore polmonare ogni 4130 abitanti mentre l’Emilia-Romagna ha un ventilatore polmonare ogni 2500 abitanti; i tamponi effettuati in Lombardia ad oggi (23/03/2020) sono solo 52244, a fronte di dieci milioni di abitanti. Perché il governatore Fontana non attua il metodo della vicina regione Veneto?

In circostanze come questa, però, il senso di responsabilità deve prevalere e le polemiche sono da evitare. Pensiamo sia importante che il Sindaco accolga anche le proposte che arrivano dall’opposizione politica, con l’obiettivo di rendere meno complicata una situazione straordinaria.

CSD ha adempiuto al suo dovere di forza politica presente nella vita politica colognese in due riunioni, il 25 febbraio e il 9 di marzo 2020, in cui l’Amministrazione ha esposto le iniziative da prendere, tra le quali l’istituzione del C.O.C. (Centro Operativo Comunale) in stretta collaborazione con la Protezione Civile e le associazioni disponibili a contribuire. In quella sede abbiamo suggerito al Sindaco di attivare un numero telefonico dedicato e una e-mail per i cittadini soli, anziani e privi di autonomia (spesa e medicinali); di istituire una cabina di regia per le comunicazioni alla cittadinanza, coinvolgendo gli amministratori delle pagine social locali, al fine di evitare la pubblicazione di false notizie e alimentare paure infondate; di avviare un tavolo di comunicazione con i medici condotti del territorio. Da quel giorno il Sindaco non ha più ritenuto opportuno interpellarci o informarci, questo non è un corretto comportamento, considerato che le informazioni fornite sono un bollettino.

Le pagine Facebook ufficiali del Comune e del Sindaco forniscono quotidianamente i numeri dei contagiati e l’invito di stare a casa. La prima notizia di un contagiato colognese risale al 3 marzo 2020; il 24 marzo si ha notizia dai media di oltre 160 positivi e 25 deceduti, dato confermato successivamente anche da ATS. In pochi giorni i contagiati sono aumentati in modo esponenziale, e non sappiamo se i dati corrispondono alla realtà oppure sono parziali e sottostimati.

Ci preoccupa l’allarmismo o non governo della situazione del Sindaco, espresso nella comunicazione del 22 marzo sulla sua pagina Facebook, con cui annuncia che intende attivare il Centro Operativo Comunale per valutare ulteriori provvedimenti sanzionatori e restrizioni verso i pochi colognesi che ancora non rispettassero il divieto di movimento, come se non bastassero quelli emessi nel fine settimana da Governo, Regione e Protezione Civile Nazionale.

Se il Sindaco si sposta giornalmente da Cernusco s/N, suo comune di residenza, a Cologno M.se, può constatare che i cittadini Colognesi hanno ben compreso il messaggio: la maggior parte resta a casa.

In risposta a tale inopportuna evocazione di strette repressive, CSD desidera lanciare un messaggio più costruttivo al Sindaco e alla città, improntato a desiderio di migliorare le condizioni di vita dei colognesi e la coesione sociale in questo momento così doloroso:

– invitiamo, dove possibile, a essere di conforto alle famiglie che soffrono per la perdita di un parente o di un amico; ad aiutare eventuali vicini costretti in quarantena, con le dovute precauzioni;

– invitiamo a cercare di infondere incoraggiamento per il futuro prossimo quando il virus verrà bloccato;

– invitiamo a resistere e ad avere pazienza rispetto alle limitazioni imposte, che privano temporaneamente del diritto alla libertà di movimento, previsto dalla nostra Costituzione, a favore di un altrettanto importante diritto alla salute;

– invitiamo a supportare in ogni modo i cittadini disagiati, per esempio con il recapito a domicilio di viveri e altri beni di prima necessità, non potendo loro recarsi a consumare e a ritirare;

– invitiamo i cittadini a non apostrofare con violenza coloro che si stanno muovendo ma, se vogliono dare un contributo civile, facciano piuttosto opera di convincimento verso coloro che conoscono direttamente;

– invitiamo il Sindaco a chiedere ad ATS di attivarsi celermente per localizzare i focolai, al fine di identificare eventuali portatori di rischio e dare loro disposizioni adeguate.

Diciamo al Sindaco che non occorre chiedere al Prefetto l’invio a Cologno dell’esercito per presidiare le strade: il nemico è un virus, contro il quale non si usano le armi, ma la scienza e una visione politica che sappia andare dal locale al globale, dal singolo essere umano alla collettività tutta. In questa prospettiva, il ruolo di vigilare nella nostra città può essere compiutamente svolto dal Sindaco e dalla Polizia Locale, che richiameranno i cittadini alla responsabilità con i mezzi a loro disposizione.

Chiediamo inoltre al Sindaco Rocchi di farsi promotore verso Regione Lombardia affinché siano effettuati tamponi a tutti gli operatori sanitari, ai dipendenti in prima linea, ai familiari dei contagiati e non solo a coloro di questi che hanno già sintomi gravi.

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