ALCUNI PUNTI PER UN PROGRAMMA SOCIO-SANITARIO

ALCUNI PUNTI PER UN PROGRAMMA SOCIO-SANITARIO

Alcuni punti per un programma socio-sanitario

Pubblichiamo qui la proposta di programma per la sanità pubblica del dott. AMBROGIO MANENTI, esperto internazionale dell’OMS, attualmente presidente della Cooperativa Sociale New ideas of welfare. I punti salienti di questa proposta sono stati fatti propri dal programma della coalizione elettorale di ALESSANDRA ROMAN TOMAT – sindaco per Cologno Monzese – elezioni amministrative settembre 2020.

Posto che la salute è un diritto umano fondamentale ed è un bene comune essenziale per lo sviluppo sociale ed economico della comunità, in coordinamento/collaborazione/sinergia con l’Azienda Sanitaria (ATS) e il terzo settore (Associazioni, Cooperative, gruppi informali), si propone di:

1. Promuovere lo sviluppo del distretto sanitario e la sua articolazione sul territorio attraverso il potenziamento dei servizi socio-sanitari (servizi di igiene pubblica, medicina di base, servizi infermieristici, servizi socio-sanitari, assistenza domiciliare) rafforzando un filtro territoriale indispensabile per la salute dei cittadini (vedi pandemia Covid 19, ove l’organizzazione socio-sanitaria del territorio, indebolita negli anni, è stata incapace di identificare i casi, i conviventi e i contatti , intervenendo a domicilio e inviando quando necessario in ospedale; ciò risulta ancor più necessario in questa fase perché bisogna mettere in piedi al più presto l’organizzazione per il tracciamento “manuale” dei contagi per prevenire la seconda ondata di infezioni).

2. Promuovere le Case della Salute, un servizio centrato sul lavoro di equipe – medici di base, infermieri, assistenti sociali, assistenti domiciliari, specialisti, operatori del territorio, etc. Un modello che si basa sul lavoro multidisciplinare, dove operatori sanitari e sociali e comunitari concorrono ad affrontare – in modo creativo e sempre in una logica di rete – molteplici problemi: clinici, assistenziali, organizzativi.

3. Promuovere le microaree La Microarea sviluppa interventi intersettoriali ad alta integrazione ed azioni innovative delle cure primarie per migliorare la salute globale degli individui e delle comunità.

Copre un territorio di 1 000-2 500 abitanti e ha un referente (può essere un infermiere ma non deve necessariamente avere una formazione sanitaria) che opera in un luogo specifico (per esempio un appartamento messo a disposizione da un ente pubblico o privato) e con il supporto di volontari (servizio civile, associazioni, comunità) si avvale della rete di servizi (sanitari e sociali) del territorio in particolare i Servizi Sociali del Comune, i servizi degli altri Assessorati Comunali (ambiente, istruzione, trasporti ecc.), l’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale-ATER, le cooperative sociali, le associazioni di volontariato locali, le rappresentanze dei cittadini, ed anche il vicinato, i negozi ecc. [1]

4. Sviluppare attività ed iniziative specifiche su ANZIANI, DISABILI, GRUPPI VULNERABILI, IMMIGRAZIONE E EMIGRAZIONE, POLITICHE DI GENERE, PROBLEMI GLOBALI (ambiente, diseguaglianze, diritti, conflitti ecc.)

5. Promuovere iniziative di prevenzione e promozione della salute Sviluppare attività di prevenzione  delle malattie croniche con iniziative relative ad alimentazione, attività fisica e il consumo di tabacco.


[1] Gli obiettivi della microarea sono i seguenti: 1. Realizzare il massimo di conoscenza sui problemi di salute delle persone residenti nelle Microaree 2. Ottimizzare gli interventi per la permanenza nel proprio domicilio ove ottenere tutta l’assistenza necessaria (e contrastare l’istituzionalizzazione). 3. Elevare l’appropriatezza nell’uso dei farmaci. 4. Elevare l’appropriatezza per prestazioni diagnostiche. 5. Elevare l’appropriatezza per prestazioni terapeutiche (curative e riabilitative). 6. Promuovere iniziative di auto-aiuto ed etero-aiuto da parte di non professionali (costruire comunità). 7. Promuovere la collaborazione di enti, associazioni, organismi profit e no profit per elevare il benessere della popolazione di riferimento (mappatura e sviluppo). 8. Realizzare un ottimale coordinamento fra servizi diversi che agiscono sullo stesso individuo singolo o sulla famiglia. 9. Promuovere equità nell’accesso alle prestazioni (più qualità per cittadini più vulnerabili). 10. Elevare il livello di qualità della vita quotidiana delle persone a più alta fragilità (per una vita più attiva e indipendente).