2. SVILUPPARE LA CULTURA DELLA PACE

2. SVILUPPARE LA CULTURA DELLA PACE

Giugno 2018

Vorremmo vivere in una città aperta, solidale e positiva, dove si moltiplichino le occasioni di crescita e sia condivisa una cultura che parli di benessere e diritti per tutti, di pacifica convivenza tra le diversità, di risoluzione dei contrasti in modo intelligente e costruttivo.
Ma purtroppo ciò che ci viene proposto dall’attuale amministrazione non va in questa direzione.
Un esempio è quello della prevista “rievocazione storica” di un campo di fanteria dell’esercito tedesco della Seconda Guerra Mondiale. In un primo tempo, l’evento è fissato per il weekend immediatamente precedente il 25 aprile. Sul manifesto divulgato appare l’associazione organizzatrice, la “36 Füsilier Kompanie“, dal nome di una milizia speciale delle SS in cui venivano reclutati militari condannati per vari reati e criminali comuni, stupratori e assassini: il logo riprodotto è un teschio con una sciabola e un granata e il motto nazista “Sturm und Streit”, Tempesta e lotta.
Poi, anche in seguito all’indignazione suscitata in vari organi di stampa nazionali e internazionali, l’amministrazione decide di modificare la locandina, sostituendo il logo inquietante con il nome di un’altra associazione, “Rivivere il passato”… che poi si scopre essere nient’altro che una costola della prima.
Intervistato da qualche giornalista, il sindaco tiene a precisare che l’evento avrà un taglio culturale in quanto si mostreranno le attività quotidiane del campo militare, tra cui “preparazione del rancio con ricette d’epoca”, “simulazione di attività di soccorso”, “consegna onorificenze”. E non ci saranno solo i soldati tedeschi, ma anche i partigiani e l’Armata rossa… che mai arrivò a Cologno. Non si può certo dire che una simile messa in scena rispecchi la realtà storica.
Poi, anche in seguito all’indignazione suscitata in vari organi di stampa nazionali e internazionali, l’amministrazione decide di modificare la locandina, sostituendo il logo inquietante con il nome di un’altra associazione, “Rivivere il passato”… che poi si scopre essere nient’altro che una costola della prima.
Intervistato da qualche giornalista, il sindaco tiene a precisare che l’evento avrà un taglio culturale in quanto si mostreranno le attività quotidiane del campo militare, tra cui “preparazione del rancio con ricette d’epoca”, “simulazione di attività di soccorso”, “consegna onorificenze”. E non ci saranno solo i soldati tedeschi, ma anche i partigiani e l’Armata rossa… che mai arrivò a Cologno. Non si può certo dire che una simile messa in scena rispecchi la realtà storica.
La reazione di molti cittadini, associazioni e movimenti politici di fronte alla sciagurata iniziativa filomilitare non induce comunque l’amministrazione a revocare l’evento. Anzi, come se non bastasse, il sindaco, l’assessora Dania Perego e sostenitori vari, nelle discussioni sui gruppi Facebook cittadini, rivendicano il valore “educativo” dell’iniziativa, dimenticando che in sostanza normalizza e mette in scena una banda di stupratori e assassini della peggior specie, impegnata a preparare “ricette d’epoca” e a riparare la radio del campo. E l’amministrazione comunale sposta l’evento al 9 e 10 giugno: forse per “celebrare” l’anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia, il 10 giugno 1940?  Dai rappresentanti delle nostre istituzioni, dunque,  nessun ripensamento, nessun pensiero che possano con le loro azioni mancare di rispetto a quei cittadini le cui famiglie hanno subìto vicende dolorose a causa di quei criminali. Sì, perché anche a Cologno ci sono stati soprusi, violenze e deportati mai tornati dai campi di concentramento. I nostri anziani ricordano il clima asfissiante degli anni del Duce, amico dei nazisti.

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